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I PARTECIPANTI

GIGI: Penso di essere un contenitore antico di una infinita curiosità infantile. Quando affiora un pensiero e prende voce rappresenta l’emergere di una serie di pensieri e riflessioni che nel profondo lo hanno generato. Emerge come la punta di un iceberg che è sorretta da una cospicua parte sommersa. fin dall’antichità la ricerca del “primum movens ” ha caratterizzato il percorso dell’ uomo.Questo Oggetto veniva identificato dalle Cose più grandi.Oggi il loro ricordo è ancora presente nell’astrologia:quattro infiniti caratterizzano i gruppi zodiacali. Fuoco ( sole, universo) aria (cielo ) acqua (mare = infinito liquido ) terra ( pianura,deserto= infinito solido ) Complicato, vero?

GIOVANNA: Desert Therapy ha reso possibile una cosa per me importantissima :il divenire! So di dover decriptare anche questo termine.Il divenire è una dimensione dell’uomo che deve sempre essere in crescita.quando ciò non accade più comincia il declino inarrestabile. Vi pare poco?

Attraversare il deserto e’ un’espressione forte; suscita sensazioni di solitudine, di privazioni. Attraversare il deserto e’ una cosa che si fa nella vita, perche’ capita, o perche’ non c’e’ altra scelta.
Di solito non si e’ preparati e si cerca in tutti i modi di evitarlo. Si puo’ anche provare ad accettarlo invece, e accettare quello che l’attraversata di un deserto puo’ comportare. E’ per questa ragione che ho scritto a Carla e le ho chiesto di questo viaggio.
Vivere un deserto, camminarci sopra, dormirci dentro, avere solo quello intorno e avere solo il deserto da guardare insieme al cielo sopra; volevo provare tutto questo e Carla mi ha offerto l’occasione. Ha portato me e i compagni di cammino in un deserto bello, avvolgente, una carezza per l’anima. Un deserto che cambia continuamente colore e aspetto, che sorprende per essere esigente con il corpo (ci si deve riparare da testa a piedi, dallo cheche sulla testa fino agli scarponi da deserto) e nello stesso tempo un vero balsamo per lo spirito. E infatti si sta bene li’, e si sta bene arrivati a casa; si ha un tesoro prezioso a cui poter attingere. Non ci sono stati miracoli, c’e’ staton pero’ il deserto.
Sono molto grata a Carla per aver pensato questo viaggio. Sono molto grata anche a Max e Laureen per il lavoro che hanno fatto e per averlo fatto con passione e con gentilezza. E’ anche grazie a loro che il deserto ci e’ amico.

PINO: Neanche un mese,ed è già chiaro cosa avviene…..
Torno pervaso da una nuova pace.Il distacco dai compagni di viaggio era stato difficile,troppo;quel magòne,immancabile,si era
presentato di buon’ora,la mattina.Non riesco mai a definirne la portata e provo sempre a “tapparlo”,finchè mi diventa amico,perchè
mi dà una qualche misura degli affetti,e lo risolvo volentieri in lacrime.
Poi torno alla mia vita,con l’attesa di sapere cosa “arriva” agli altri……perchè io mi sento davvero diverso,più pulito,più sereno.
Mi accorgo di agire con maggior lucidità e padronanza ed addirittura mi sembra di conversare più piacevolmente con i miei
cari……come se individuassi anche in loro nuovi canali,dei quali non sono ancora consapevoli.
Nelle mie giornate,ormai,sono presenti più momenti in cui mi “connetto” con il Deserto: mi emoziono a rivedere le espressioni dei
miei amici,o le mani del cammelliere a sistemare il bricco ed i legnetti,per l’indimenticabile momento del tè.
Carla,al terzo giorno di Deserto,mi diceva: ” sembri sempre più un Tuareg!” Adesso mi sento più “cammello”,per la capacità di
gestire la gran quantità di emozioni legate a quel viaggio speciale e di sapervi attingere nei momenti opportuni! La differenza
è che la riserva d’acqua del cammello consente un’autonomia precisa,mentre la mia dote è inesauribile,perchè capace di
autorigenerarsi.
No,non muteranno le forme ed i percorsi,non eccede chi sublima il Deserto.

ROBERTO: Parto da un grazie di cuore a Carla, Max e Lauren per avermi accompagnato in questa meravigliosa avventura nel Deserto Bianco.
I luoghi che abbiamo vissuto e visitato forse non avevano bisogno d’altro che di essere visti per apprezzarne la magnificenza.
Ma sicuramente il godimento è stato più totale e coinvolgente grazie ai nostri amici che ci hanno accompagnati e affascinati con il loro entusiasmo e con i loro racconti delle precedenti esperienze.
Serberò davvero un ricordo indimenticabile, Grazie ancora

GRAZIELLA: Ciao sono Graziella e posso dire di avere realizzato un sogno!
Ho trascorso alcuni giorni nel deserto, ed è stata una esperienza fantastica, annotare tutti i momenti della giornata in cui rimanevo sorpresa è impossibile; mi sentivo avvolta da una natura così particolare ed unica che mi trasmetteva emozioni forti.
Ho realizzato che l’essere umano ha una ricchezza interiore profonda, che nel silenzio ci si ascolta e senti che la vita è come l’amore.
Bisogna amarla, rispettarla e custodirla sempre con tutte le proprie energie e potenzialità, sia per se stessi ,che per chi ti sta accanto.
Wow è stato proprio bello!!!

IL DIARIO

Domenica 25 ottobre 2009

L’ avventura comincia
Ieri sera siamo finalmente arrivati alle porte del deserto, quasi fosse l’ingresso in un mondo sconosciuto dalle mille promesse. Il gruppo è allegro, eccitato, su di giri per questa nuova avventura che sta per cominciare. Sveglia presto, questa mattina, senza l’aiuto di mezzi tecnologici. Tutti in piedi di buon ora con tanta voglia di camminare. E le promesse sono state esaudite. Il panorama è ancora una volta spettacolare. Questa zona del deserto bianco egiziano è ricca di materiale calcareo che forma pinnacoli, guglie, improbabili sculture che anche l’artista più bravo avrebbe difficoltà a riprodurre tanto sono varie nelle loro forme e dimensioni. Il gruppo cammina, di buon passo: in un giorno abbiamo percorso quattordici chilometri. Fa molto caldo e la fatica si fa sentire, ma ciononostante nessuno molla. Stasera la prima magica notte nella solitudine del deserto ci attende.


Lunedì 26
 Ottobre 2009

Piove nel deserto…
La notte è stata relativamente calda per il periodo in cui siamo e così si è potuto riposare bene, nelle nostre tende munite di oblò per ammirare le stelle prima che la stanchezza faccia chiudere gli occhi. Tanta voglia di camminare anche oggi e tanta energia. Un percorso di tredici chilometri, ovviamente in compagnia della nostra carovana di dromedari che, docilmente, ci seguono e che abbiamo utilizzato per qualche escursione pomeridiana fuori programma. Il caldo è ancora una costante, anche se oggi ha piovuto. Non ci crederete, ma nel deserto può succedere anche questo! Stasera al campo abbiamo avuto una visita inaspettata: un paio di volpi si sono aggirate fra di noi, per nulle intimidite. E’ proprio vero che quando si crea armonia, questa è totale!


Martedì 27 ottobre 2009

Sempre più rilassati
Più passano i giorni e più i visi si fanno rilassati. Sta svanendo la preoccupazione di non farcela, la paura dell’ignoto, la tensione di aver lasciato a casa lavoro e affetti. Desert Therapy comincia a fare effetto. Il morale è sempre stato alto; fin dal primo giorno, ma ora c’è più energia. Non si pensa più a “devo farcela”, ma semplicemente si pensa a camminare, a se stessi, agli altri, al panorama. Il gruppo ha cominciato ad ascoltarsi. La pioggia di ieri, diventata addirittura grandine per un paio di minuti, ha lasciato il posto ad un cielo terso con temperature anche piuttosto elevate. Per fortuna anche nel deserto è possibile trovare l’acqua. Nel pomeriggio abbiamo raggiunto una piccola oasi dove abbiamo avuto l’occasione di trovare un po’ di refrigerio con un improvvisato bagno. Il rito del karkadè ha reso ancora più piacevole la sosta. Circa undici i chilometri percorsi quest’oggi. La prolungata sosta all’oasi ci ha fatto raggiungere il campo quando già imbruniva, così non è stato possibile riunirsi per la seduta di yoga che quotidianamente Laureen tiene al gruppo. Pazienza! Il tè alla menta e l’ottima cucina, apprezzata proprio da tutti, hanno scaldato gli animi. Il campo stanotte è uno spettacolo. ;Le tende sono montate in una zona di pinnacoli calcarei non particolarmente alti, dalla forma tondeggiante, dove ben si inseriscono l nostre tende che hanno dimensioni più o meno simili.

Mercoledì 28 ottobre

Ultimo giorno nel cuore del deserto
E’ il giorno dei saluti, non tanto al gruppo, ma al deserto nella sua forma più pura. Domani ci aspettano i fuoristrada. Non più dromedari che abbiamo salutato questa sera. Giornata lunga, ancora una volta, a causa del caldo. E già un po’ di rimpianto nell’aria sapendo che sarà l’ultima notte che passeremo nelle tende a igloo. Più prosaicamente il sentimento di rimpianto riguarda anche l’ottima cucina che il nostro cuoco ci ha fato gustare. Sembra impossibile, ma anche nel deserto è possibile mangiare a cinque stelle. Il deserto ha sempre più fascino



Giovedì 29 otobre

Usciti dal deserto!
Ieri sera, ultima notte al campo. Come tradizione è stato chiesto ad ognuno di commentare l’esperienza Desert Therapy. E come sempre ci sono state belle frasi di apprezzamento, in particolare, ancora una volta, per l’organizzazione di Max e per la sensibilità dimostrata non solo nell’insegnare yoga di Lauren. Un bravo anche allo staff egiziano. L’ultima giornata ha regalato al gruppo grandi emozioni. Abbiamo visto il deserto nero e abbiamo attraversato la zona delle grandi dune di sabbia. Giunti all’oasi abbiamo visitato la zona archeologica con le mummie dorate e le tombe. Questa notte si dorme a Baharia. Domani Il Cairo ci accoglierà, come al solito rumorosa e caotica. Di nuovo nella civiltà; con qualche consapevolezza in più.

 

IL RITORNO

Anche questa volta l’esperienza nel deserto egiziano è stata positiva ed i timori che nutrivo alla partenza sull’esito del viaggio si sono dimostrati infondati. Il gruppo, ridotto rispetto al precedente, si è subito affiatato nonostante si fossero incontrati per la prima volta alla partenza. Anche le diverse origini e la distanza dei paesi di residenza, che potevano essere un ostacolo all’integrazione, sono stati superati molto rapidamente e tra tutti si è instaurato un rapporto di solidarietà che si consolidava sia durante il cammino che nei momenti di pausa al campo. I pasti, consumati sotto la suggestiva tenda ormai diventata il simbolo dei viaggi di Desert Therapy, arredata con un caratteristico tappeto e con lanterne e morbidi cuscini adagiati sulla sabbia, erano vissuti dal gruppo come il momento ideale per raccontarsi e condividere momenti di allegria. E’ stato quest’ultimo stato d’animo a prevalere su tutto: in entrambi i viaggi abbiamo riso e ci siamo divertiti. con grande semplicità, apprezzando anche le piccole cose, sempre in armonia ed in equilibrio, mai sopra le righe.
Da Roberto e Gigi, amici da sempre che abbiamo ribattezzato scherzosamente Cip e Ciop a Graziella, piccola ma battagliera che pur di proseguire a piedi nonostante una vescica al piede, ha camminato con le ciabattine come i cammellieri. Da Pino il grande, che dall’alto del suo metro e novanta dominava persino i pinnacoli per finire con Giovanna, italiana che da vent’anni vive a Stoccolma, dolce e sorridente, tutti hanno vissuto i giorni trascorsi insieme nel deserto con passione e impegno.
Ho avuto anche questa volta la soddisfazione di vedere nascere amicizie profonde e di avere condiviso con i miei compagni di viaggio attimi di autentica emozione. Desert Therapy si sta rivelando anche l’occasione per stabilire rapporti duraturi e per dare ai partecipanti la possibilità di aprirsi agli altri con naturalezza, senza le maschere che siamo abituati a vestire nel quotidiano per proteggerci.
Sta succedendo qualcosa di imprevisto: i due gruppi hanno chiesto di conoscersi, per scambiarsi le impressioni sull’esperienza vissuta nel deserto e pare che alcuni stiano pensando ad un futuro viaggio insieme. La famiglia di Desert Therapy sta aumentando e molte sono già le richieste per partecipare alle prossime edizioni: insieme al mio staff sono già al lavoro per dare ad altri la possibilità di continuare un percorso che si sta rivelando utile, soprattutto per l’anima. Il valore umano di questo progetto è un patrimonio che va conservato con grande cura, per offrire nuove emozioni a chi è in grado di comprenderlo e di apprezzarlo.