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I PARTECIPANTI

ANNALISA. Ho conosciuto il deserto attraverso gli occhi di una persona che lo ama veramente. Ciò che mi rimane della mia prima esperienza nel deserto, e’ la piacevole sensazione di pace serenità e sicurezza che ho provato. Carla e’ veramente magica perché e’ perfettamente integrata nel suo deserto, ma ciò che e’ più bello e’ che riesce a regalarti la stessa sua emozione.
Grazie Carla grazie Leda e anche a tutto lo staff. Davvero molto speciali.
Annalisa

 

CLAUDIO. Ho incontrato il deserto,
come una madre mi ha coccolato…
come un padre mi ha protetto…
come un’amante mi ha sedotto…
come un amico mi ha consolato…
imperturbabile mi ha ascoltato…
mi ha sussurrato parole il cui significato ancora non comprendo, calde parole rassicuranti che dentro me hanno vibrato di un silenzioso frastuono.
Vi ringrazio tutti, compagni di viaggio …
Ringrazio te, distesa morbida di sabbia…in te mi sono rispecchiato, lasciandomi andare libero…come quella rondine solitaria incontrata in mezzo al “nulla”.
Noi siamo il “nulla”, non affanniamoci a cercare altrove, distraendo la nostra attenzione da ciò che siamo!Accettiamoci, Amiamoci!
Claudio

 

ELOISE. “Grazie, grazie per poter vivere tutto questo”. Quante volte me lo sono ripetuta quando contemplavo il paesaggio magnifico ed infinito delle dune, con i piedi scalzi infilati in quella sabbia sottilissima, magnifica. Spesso mi saliva un’emozione tale da farmi lacrimare gli occhi per questa gioia immensa. E poi il gruppo, ognuno mi insegnava qualcosa, nel bene e nel male, alcuni avevano paura del Deserto. E poi alla fine del viaggio ecco il miracolo: persone scalze, con facce solari, appagate. che bello!! E che bello conoscere Yahya la nostra guida, il cuoco e, i cammellieri berberi: grazie per la vostra umiltà, semplicità, umanità, per il pane nato ogni giorno dalla sabbia: ma come fate a farlo così buono? Grazie a Carla per avermi fatto conoscere questa realtà, a Leda per esserci stata quando si aveva bisogno di te. Grazie mondo di esistere e io dentro di te.

Eloise

 

ENRICHETTA. Ho ancora negli occhi alcune immagini nette: Eloise sulla duna più alta, padrona del mondo, Carla che affonda ripetutamente le mani nella sabbia perpetuando il suo contatto intimo con il deserto, il pane cotto nella sabbia e condiviso, le dolci dolcissime albe di luce tenue con quelle ombre carezzevoli e la sabbia fredda, la quiete dei tramonti arrossati e inarrestabili, il brulicare degli uomini al campo, il caldo faticoso del giorno, la sabbia che scotta, le mosche che mi ronzano attorno, il buio profondo e implacabile della notte ed io che non sto bene e rimpiango di non potermi godere pienamente tutto quanto mi sta succedendo.
E ancora…
una rondine che inaspettatamente ci vola attorno, un corvo che ci segue a distanza sulle dune, il sorriso del cammelliere sordomuto, Carla che avvicina il cane Bà per addomesticarlo…
E io che di fronte alla semplicità, all’umiltà e insieme alla grandiosità di quel gesto del pane cotto in pieno deserto mi sento grata e privilegiata.
E mi sento commossa e felice nel vedere la piccola rondine che ci chiama, volando a picco vicino a noi, che rasenta le nostre figure e ,con una scattante virata, risale. Con gesti ripetuti e improvvisi, vuole comunicarci la sua presenza e quasi la sua gioia di non essere sola, di avere compagni nel mezzo del deserto e ci segue…. ci richiama…
E poi come togliersi dagli occhi l’immagine di Carla che addomestica Bà, il cane dei cammellieri che ha seguito la carovana stando sempre a debita distanza da noi, abbaiando e ringhiando quando i nostri spazi si avvicinavano a lui.
Rivedo leil ,l’ultimo giorno, in ginocchio davanti a Bà, che lo invita ad avvicinarsi e a prendere cibo da lei, a non aver paura e Bà, titubante e impaurito, mai con una gran voglia di carezze e di “essere addomesticato”….
E il ricordo corre al Piccolo Principe “addomesticare significa che ogni giorno tu potrai sederti un pò più vicino”.
E come dimenticare il saluto finale alla carovana che ci ha accompagnato,di cui Eloise conosce persino i cammelli, l’emozione che mi ha preso in quelle strette di mano, in quegli abbracci… e il saluto che si ripete finche’ la carovana scompare dietro l’ultima duna.
Tutto, tutto questo mi fa riecheggiare nella mente quella frase di Saint-Exupery..” : Non si vede bene che col cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi.”
E poi il saluto finale,l’ultimo ma il più importante è per quel deserto dolce e ostile, che ho faticosamente attraversato, che mi ha accompagnato per 5 giorni ed è entrato un pò dentro di me. Un pianto finale ,insieme liberatorio e di distacco, ha suggellato il mio saluto.
Grazie, grazie a tutto e a tutti.
A Carla che non ha conservato gelosamente per sè la sua passione intima e profonda per questo luogo; a mio marito che ha accolto la mia proposta e mi ha assecondato, a me che ho affrontato questa incognita con le incertezze e i dubbi sulla tenuta delle mie a volte deboli forze; al gruppo che è stato splendido: Eloise ,la svizzera, dolce e selvatica,,una grande ; Claudio sensibile e profondo che ci ha fatto ridere come mai e poi Annalisa tosta e tenace, Leda la leggiadra, Marijana 3 metri sopra il cielo, Gibi e Fiorella che hanno resistito alla fatica insieme… e infine grazie alla vita che mi ha offerto l’occasione di affrontare una cosa nuova e in parte temuta, ma che ora sento anche un pò mia.
Enrichetta

FIORELLA. E’ triste lasciare il deserto, mi sembra di non averlo avuto abbastanza. Porto con me i colori, le ombre e la morbidezza delle dune, la vastità e la diversità del paesaggio. Porto con me lo sguardo scuro e penetrante dei berberi, il passo morbido e silenzioso dei cammelli, i loro sbuffi mentre di notte passavano tra le tende. Porto con me il silenzio, il suono live del passo nella sabbia e il sibilo dei granelli portati dal vento. Ho imparato a portare lo chèche, risorsa insostituibile! Porto con me un deserto pieno di vita, caldo, freddo, ostile e spaventoso, accogliente e rassicurante.
Grazie a Carla e grazie ai miei compagni di viaggio: ho imparato anche da loro.
Fiorella

 

GILBERTO. Da questo viaggio mi aspettavo tanto: ho imparato ad amare il deserto dai libri di Carla, che mi hanno trasmesso le sue emozioni, ma ho trovato più di quello che pensavo. E’ stato vero, intenso, ha riempito il cuore e l’anima. Attraverso il contatto con le nostre guide ho provato affetto e rispetto verso un popolo che non conoscevo ma che mi è diventato familiare, impossibile da dimenticare. Un grande senso di libertà mi ha travolto nel guardare le dune, nel sentirmi “volare” sulle loro creste, nel toccare e accarezzare la sabbia, nel vedere i miei compagni di avventura esprimere la loro gioia: grazie per il rapporto semplice e dolce che abbiamo avuto, ho imparato tanto anche da voi.
Grazie a te Carla, che con la tua leggerezza ci hai guidato alla scoperta di noi stessi e di questo incanto
Gilberto

 

MARIJANA. Grazie Carla che mi hai indicato il Deserto. In questo percorso, per me nuovo, sei stata la mia guida spirituale. Mi hai dato la grinta e la fiducia di camminare e andare avanti senza paure negli spazi immensi, in alto e in basso di ogni duna, tra il cielo, il sole, la sabbia verso l’infinito. Ho maturato tante emozioni per potere avere risposte e soluzioni a molte domande e compiti che mi sono posta. Ho conosciuto persone, compagni di cammino che mi hanno insegnato tanto. Mi piacerebbe camminare con te anche in Deserti lontani. Grande stima per come hai organizzato questo percorso. Anche io ho scoperto, come dice la “Signora dei Deserti”, che “L’Impossibile è solo dentro di noi”
Marijana

 

PAOLO. Dice un proverbio Tuareg: “Meglio vedere con i propri occhi che essere informati da altri”. Niente di più vero, ma io aggiungerei che oltre a vedere bisogna sapere come vedere e questo Carla me lo ha insegnato dandomi l’opportunità di vivere il deserto a piedi.
Dopo diversi anni di viaggi nel deserto, ho finalmente conosciuto il vero Deserto che ho sempre sognato fin da bambino.
Grazie Carla
Paolo

IL DIARIO

MAROCCO 16-24 MARZO 2012


PRIMO GIORNO

Eccoci in Marocco, dove il deserto ha i colori della terra rossa delle Medine. Ieri il primo giorno di cammino. Il gruppo è ottimo: tutti motivati che si muovono di buon passo. Il clima è l’altra nota fantastica di questa edizione di Desert Therapy: dolce, né troppo caldo, né freddo, secco al punto giusto. Da ieri non vediamo più le auto e questo è un altro motivo di gioia. Solo cammelli e tanti. Questa volta ne abbiamo al seguito della nostra carovana ben tredici. Cinque sono per noi e gli altri per lo staff che conta addirittura sette persone. E finisce così che ci viziano. Insomma invece di stare in mezzo al deserto le piccole attenzioni del personale fa sì che ci sentiamo tutti al Grand Hotel. La magia del deserto fa il resto…



SECONDO GIORNO

Le condizioni climatiche continuano ad essere ideali. Il sole splende, ma il caldo non ci fiacca. Oggi abbiamo attraversato una zona con dune meravigliose. Un continuo degradare di forme geometriche e sfumature di colore. Abbiamo pranzato al campo e ci siamo presi il pomeriggio di relax. Alla nostra carovana si è unito un cane che ci segue fedelmente come se ci dovesse fare la guardia. Tutti i partecipanti sono incantati da questo deserto così vario e colorato. La sera abbiamo cotto il pane nella sabbia: un’esperienza assolutamente nuova per tutti. E per finire la serata musica intorno al fuoco.


TERZO GIORNO

Oggi all’insegna del divertimento: gare di corsa e di capriole dall’lato delle dune di sabbia. Siamo soli nel deserto e questo ci rende liberi e felici. Eloise si è improvvisata cammelliera e Claudio fa ridere tutti gli amici. La semplicità è protagonista dei nostri sentimenti e il deserti ci è amico. Questa è la magia di Desert Therapy. In tutti noi c’è la sicurezza che questi ricordi ci accompagneranno per tutta la vita.


QUARTO GIORNO

Ma che bel clima che abbiamo trovato! Fresco al mattino e anche al pomeriggio: ideale per camminare. Nelle ore calde ci rifugiamo soto la tenda che funge da sala da pranzo. Il cuoco poi ci vizia e le specialità marocchine sono veramente gustose. Le condizioni climatiche ci hanno permesso, nel pomeriggio, di organizzare un’improbabile partita di baseball Italia contro Maroco. Non chiedetemi chi ha vinto… E’ l’ultima sera nel deserto e c’è già chi versa la prima lacrimuccia. Per consolarci stasera avremo cus-cus e pane berbero per cena. I racconti intorno al fuoco concluderanno la serata. Inutile dire che nessuno vuole tornare, anche se so che domani la strada verso Marrakesch incanterà ogni partecipante.

QUINTO GIORNO

E’ arrivato il momento di uscire dal deserto. Ed è arrivato anche il momento dei saluti. I nostri cinque cammelli e i berberi che ci hanno accompagnato ci hanno lasciato insieme al cane ba. E’ stato triste vedere arrivare le fuoistrada che ci accompagneranno a Marrakesch. Come svegliarsi da un bel sogno! Qualche lacrima e sfuggita, così come ieri sera davanti al fuoco. Tanti i ringraziamenti e altrettanti gli abbracci per un’esperienza che ha colpito tutti profondamente. La via per Marrakesch è lunga, ma abbiamo interrotto il viaggio per una sosta per il pranzo e la visita ad una fabbrica di tappeti. In serata siamo arrivato al Riad, ma nonostante la bellezza di una delle città più significative del Marocco gli occhi e il cuore sono ancora pieni del deserto. Ottima la cena con brindisi e arrivederci.Domani sarà l’ultimo giorno in città.

SESTO GIORNO

Marrakesch è la città ideale per chi è malato di shopping e anche per chi non lo è. Dalla Piazza Jema El Fna, detta anche la Grande Place parte un’immenso mercato che occupa quasi tutta la città vecchia. Dopo aver gustato l’immancabile te alla menta abbiamo passato l’ultima giornata tra i profumi e gli aromi di uno dei suk più interessanti del mondo, visitando i vari quartieri: da quello dei tintori a quello dei ciabattini fino alla zona in cui si lavora ancora manualmente il legno di cedro, capace di spandere un aroma inconfondibile. Il sogno sta finendo, ma il ricordo e le nuove amicizie resteranno per sempre.